26.1.11

Pronto, prova, sà sà, uno due tre sà

Rispondo a Gno, chiedo scusa per la mia assenza e do segni della mia esistenza con questo post. Per comunicare anche che, fuori dagli impegni quotidiani che hanno ripreso il loro corso, mi sono immerso anima e corpo in una novità, Edith:




No, no: non ho sottoposto il povero micio di cui ero in attesa né a lavaggio con Coloreria Italiana, né, tantomeno, a intervento per cambio di sesso.
E' semplicemente la sorellastra del suddetto (troppo lungo spiegare le mille vicissitudini degli ultimi tempi), e ha fatto ingresso in casa mia da cinque giorni; capite bene che siamo in pieno periodo di conoscenza reciproca e dell'ambiente.
Una zampata anche a voi! (e ce n'è ben donde, per adesso: le mie mani parlano da sé)

P.S: Io, nei pochi minuti che mi restano liberi, ho continuato a leggervi, pur non avendo materialmente il tempo di commentare!

10.1.11

Castelli spezzati

Forse ci sono.
Forse l'ho procurato troppo presto - all'inizio della scorsa estate, mi sembra di ricordare (e che io sia maledetto, dal momento in cui ho smesso di registrare le date di acquisto sul foglio di guardia) - o, più probabilmente, l'ho scelto e tirato giù in maniera sconsiderata o un po' troppo alla leggera.
Però i suoi racconti e i romanzi che avevo letto fino ad allora mi erano entrati dentro, in quel solito modo, oscuro e osmotico, in cui mi pervadono e mi invadono le opere che - in mancanza di definizioni e formule pronte e azzeccate dirò, come minimo: - hanno una simile portata esistenziale.
Stavolta l'ho tirato giù dalla mia, di libreria; era lì che l'avevo collocato, dopo averlo lasciato per tanto, tantissimo tempo sul mio comodino. E dopo averci giocato e scherzato più e più volte, prendendolo, aprendolo, pizzicandolo, profanandolo, chiudendolo; forse ingannandolo, magari ingannandomi (perché sono sicuro che lui non si lascia ingannare, non lui, nella fattispecie).

E, sottolineo forse, ci sono.
O almeno sembra che io, finalmente, abbia rotto ancora una volta il velo, di nuovo abbia perforato la placenta e mi sia immerso, in un processo inverso, in quella vertigine tipica, che è la lettura di questo autore (o qualsiasi cosa sia). Almeno per me. Laddove non (mi) è essenziale comprendere ciò che, del resto, non chiede di essere compreso. Laddove importa, basta seguire, foss'anche un filo che si spezza senza sosta e senza rimedio...
Laddove ciò che si segue, che si insegue, che si spezza e si riannoda, che si infrange e si sfrangia è la vita.
Speriamo.