22.12.11

Ma tu che vai, ma tu rimani...

Sarà che ormai da due giorni è, senza dubbio alcuno, pieno inverno, sebbene non siamo che all'inizio; sarà che, in barba al bianco della neve che ho sempre sognato ma che è matematicamente impossibile vedere qui, il grigio di piombo domina da un po' sulle nostre giornate pur sempre marittime (ed è meraviglioso contemplare dal terrazzo di casa mia le Eolie che, in maniera nettissima, si stagliano all'orizzonte come non accade in nessun altro periodo dell'anno); sarà quella viva e vivificante nostalgia che questo grigio mi insinua dentro con i suoi nuvoloni pieni di burrasca; non so cosa sarà, ma il ritmo di queste giornate e di oggi in particolare, come sembra, è dato da parole e suoni di canzoni che si ricompongono e riecheggiano nel mio cervello, o in un posto simile. E che paiono raccontarmi tanto, anche momenti e fatti mai vissuti, antichi, antichissimi, atavici.
È bella, bellissima questa nostalgia. Perché è bello, bellissimo voltarsi indietro e vedere la strada fatta. Il dolore, le paure, i traumi. E la sua, imperterrita, presenza. Calda, in un inverno che si prospetta tra i più freddi.