Io l'ho sempre detto che mi piace guidare, ma spesso me ne dimentico. Poi, però, per forza di cose, bisogna fare strada, tanta strada - quella non manca, mai. Paure.
Così prendo l'auto e vado. Cento chilometri. Tanta strada per capirsi, per guardarsi un po' di più. Senza considerare che tutto inizia già allo svincolo, con un assaggio di paternità tanto cercata al tuo fianco. E per la prima volta - forse - mi gusto un dolce senso di filiale de-responsabilizzazione. Un regalo. Del resto, i regali più belli e apprezzati (perché non vi è prezzo alcuno) sono quelli che meno ti aspetti, si sa.
La strada si restringe, si allarga; si apre su un mare di piombo e un cielo incazzato nero, eppure clemente - fino a un certo punto. Regali, quanti regali. File di auto che si congestionano per scomparire appena oltrepassato il semaforo: cuore, affanni e pensieri che ti si congestionano, per poi scorrere sull'asfalto liscio - fin troppo liscio - insieme al grigionero degli pneumatici.
La pioggia sono lacrime. Il parabrezza, specchio, o forse anima - o quella cosa lì, comunque si chiami.
E il lavoro di oggi è già mezzo anticipato...
"...e dirò sempre le stesse cose viste sotto mille angoli diversi,
cercherò i minuti, le ore, i giorni, i mesi, gli anni, i visi che si sono persi...
La giostra dei miei simboli fluisce uguale per trarre anche dal male qualche compenso:
e dirò di pietre consumate, di città finite, morte sensazioni,
racconterò le mie visioni spente di fantasmi e gente lungo le stagioni
e canterò soltanto il tempo..."
e dirò di pietre consumate, di città finite, morte sensazioni,
racconterò le mie visioni spente di fantasmi e gente lungo le stagioni
e canterò soltanto il tempo..."
(F. Guccini, Il tema)
(28.IV.2010)
5 commenti:
bellissimo 1qq, bellissimo post- non ci capisco nulla però questo non toglie... sembra che tu parli per te, ometti dettagli che spieghino ma va bene,va benissimo così. Mica si scrive sempre e solo per gli altri, anzi, si dovrebbe scrivere per se stessi, ma poi qualcosa ci spinge a rendere pubblico, un nascosto desiderio di essere decifrati forse... e mi hai fatto riscoprire Guccini che mi veniva a noia da ragazza e ora è poesia pura... grazie
ovellyz
grazie Gno, ma la cosa bella e che ci accomuna è: neanche a me pare di capirci molto :)
Bello, bello, bello.
Come le pietre dove le nubi bianchissime si adagiano morbide come talco.
Bello come quel verde che sembra impossibile venga da un luogo che nel mio immaginario rimane arso e brullo, ed invece adesso è un'esplosione di verdi, porpora, rosso e giallo.
Peccato essere qui e non lì. Ma me lo sono goduto.
Bravo.
prackran
PS: per quello che mi riguarda io odio guidare, ma capisco il senso di libertà e scoperta che possa iniettare nelle vene. E' innegabile.
rather
E bentornato a te, allora, Mel :)
Posta un commento