18.5.11

Seppie

So che è un argomento ormai trito e ritrito. So anche che non è nemmeno più un fatto tanto nascosto né taciuto: una volta smosse le acque torbide, lo sporco e il puzzo, il torbido, la melma e la merda saranno ben riconoscibili, alla vista e all'olfatto. Per fortuna.
So che non sono nessuno per fare la morale (ammesso che una morale ci sia, che ci possa essere) e so per certo che non voglio essere io il primo a crearne una: personalmente, vivrei addirittura meglio in un mondo a-morale (e non immorale).
Conosco, poi, tutti i discorsi sull'umanità, sulla condizione dell'essere umano, che è limitato, talvolta sporco, certamente difettoso e tendente all'errore - oltre a viverlo nella mia vita, per anni sono stato infarcito (e mi sono infarcito, devo riconoscerlo) di buoni sentimenti, di buone intenzioni, di comprensione per l'altro etc. Sbagliamo tutti, insomma. Ok, non ci piove.
Ma è qui che casca l'asino. E che io mi incazzo.
Io me ne sono letteralmente scappato da un ambiente - quello cattolico, qualora non si fosse già capito - nel quale sono cresciuto e del quale sono stato nutrito; fino all'ingozzamento, s'intende. Tutto bello, tutto grande, tutto promettente, specie per un ragazzino che già a diciotto anni non vede più niente di bello, di grande e di promettente. Finalmente un po' di pace.
Poi la bomba scoppia, di nuovo. E stavolta riguarda tutti - tutti - gli aspetti della vita. E vai con le morali: e vai con i sensi di colpa, con il perenne senso di errore, con quella maledetta macchia che sembra segnarti indelebilmente, a vita. Tanto era l'amore da cui eri circondato, riscaldato, confortato: 'bombardamento amoroso', mi pare, lo chiama qualche studioso. Studioso di sette (secta, da sequor, 'seguire'; ma anche da seco, 'taglio, recido, escludo').
I discorsi, i tentativi di convincimento (da parte degli altri), i tentativi di mediazione (da parte tua) continuano per un po': ma ad avere la meglio è lo spirito di auto-conservazione, l'impulso all'auto-difesa, alla sopravvivenza. Anche nella merda. Anche tra gli psicofarmaci. Voluntas.
Niente di più sacro e santo, allora.
Il resto: parole, parole.
Non rompetemi il cazzo, grazie: rifiuto l'offerta e vado avanti. Ma questo significa dare un nuovo valore - l'unico possibile - alla propria vita. Io sono io, per voi non è possibile che io stia qui così come sono: (non) è stato un piacere. Non abbiamo stipulato nessun accordo. Siccome rappresento la minoranza. Ok, tolgo il disturbo: me ne vado (del resto, se dobbiamo dirla tutta, non vi ho mai neppure creduto fino in fondo).
Questo significa farsi il culo, rimboccarsi le maniche, prendere il proprio piccone e lavorare sodo. Lavorare e vivere, respirare. Almeno un po', almeno quello che mi è concesso. Significa ripartire da sé, e da nessun altro. Significa essere aperti al mondo, significa essere: semplicemente, essere.

Quando sento, quando leggo di sacerdoti - esseri umani, lo so, lo so benissimo - che abusano di bambini; quando leggo del signor Riccardo Seppia (in arte 'don') e del suo bravo e piccantino scambio di battute telefoniche sul conto di ragazzini (a lui non piacciono quelli troppo stagionati - leggasi sedicenni); quando apprendo che gli unici provvedimenti presi da parte dei suoi capi sono l'interruzione (momentanea) delle sue funzioni sacerdotali e la confessione coram populo della propria vergogna (dei capi rosso e biancovestiti, s'intende); quando penso a tutti i discorsi ascoltati da queste due orecchie, alle cose viste da questi due occhi, agli aut-aut posti e imposti ad un'esistenza che non recava danno - né fisico né morale - a nessuno eccetto che a se stessa; quando penso all'influenza che questa casta/setta/congrega ha sul pensiero di un intero paese (quando non di buona parte della popolazione mondiale): è in questi momenti che provo lo schifo più schifo che un essere umano sia in grado di concepire e griderei al tradimento, griderei alla condanna senza assoluzione, griderei al cappio. Invece grido, e basta.

5 commenti:

Melinda ha detto...

Condivido e approvo.

Due pesi e due misure come sempre.

Ed è proprio quello schifo che dici tu, quello che fa pensar loro che c'è sempre qualcuno più sporco di loro, che c'è sempre qualcuno da redimere, che sempre c'è un mondo a cui possono pretendere di lanciare e impartire la morale, decidere il giusto e lo sbagliato che fa pensare a quanto fanno schifo loro e quanto provo rabbia contro coloro che insistono a bussare a quella porta per essere accettati (vedi mio post pre-elettorale).

Una porta che racchiude il niente e che ho lasciato chiudere alle mie spalle tanto tempo fa. E sto bene ugualmente.

UnoQualunque ha detto...

Esattamente quel punto di quel tuo post mi aveva, infatti, molto interrogato e molto convinto; e credo che nel migliore dei casi sia la lercia politica dei voti (l'elettorato cattolico resta pur sempre un baluardo da assicurarsi). Chiamalo scemo, Mr. Vendola. Nel peggiore dei casi, invece, credo sia un atteggiamento (vigliacco) di comodo nella propria vita - e non me ne vogliano i miei amici che, nonostante tutto, si professano ancora cattolici (per poi non esserlo, di fatto...ma questo è un altro discorso): troppo difficile, forse, mettere in discussione tutto, anche le credenze, in modo radicale? Non lo so. Non voglio essere dittatoriale, manicheo né porre anche io un aut-aut. Però mi fanno rabbia proprio questi che, anche se non lo dicono, cmq di fatto bussano a quella porta, come dici tu. E forse la mia rabbia di oggi va anche e soprattutto a loro...in parte complici coatti dello schifo

ignominia ha detto...

è questione di tempo, anche loro andranno a finire, la chiesa Cattolica sta perdendo da molto tempo accoliti, rimangono fedeli i più ignoranti e purtroppo, i più disperati. L'età della comunicazione non può non toccare il vecchiume della chiesa. un mio amico inglese che amava e difendeva il nostro popolo quando io lo accusavo impaziente diceva sempre che l'Italia cambia seppur lentamente. Io credo che loro sono sempre più obsoleti, per questo si stanno riparando dietro comportamenti sempre più rigidi. E' chi odora la sconfitta che si trincera dietro dogmi sempre più tassativi, intolleranti. E' al paura e il dubbio che gli dà l'arroganza che mostrano con ermellini e anelli ingioiellati. Condivido che la loro ipocrisia sia la cosa più esosa, quel puntare il dito senza autocritica.
Per quanto riguarda alla tua scelta personale del tipo di vita vivere, se la strada è più difficile più grande è la soddisfazione di averla percorsa.
Se non altro ci siamo conosciuti e riconosciuti no? Non si è mai soli sulle strade difficili, c'è sempre qualcuno che le condivide con noi, fratelli di vita più che di sangue...
rathmi

UnoQualunque ha detto...

La tua lettura dei fatti è molto convincente e mi suona davvero come l'unica, reale profezia. Eppure io me ne sento un'altra, di profezia: la presenza, per quanto sempre più minoritaria, di questa 'realtà' è e resterà sempre una metastasi minacciosa. Spero vivamente di sbagliarmi.
Per il resto, sì: non si è mai soli e credo che non avrei saputo dire meglio quello che hai detto tu, sulla fratellanza

ignominia ha detto...

io vedo che le cose cambiano tanto, ovunque. guarda il Medio Oriente, esploso in una settimana. L'Apartheid in Sud Africa pareva invincibile e nel giro di un anno Mandela era presidente. Un presidente nero in USA, ci avresti creduto? Certo che la pace nel mondo sarà difficile da ottenere, la guerra è un'attività troppo base per l'essere umano, e sebbene esista sempre discriminazione e ignoranza le minoranze hanno sempre più potere, guarda il movimento gay americano, sono sicura che è questione di tempo che riescano a vincere sulla corte suprema e legalizzare il matrimonio...ora forse non subito, ma accadrà, li è poi ovunque...
Ci sono flussi e riflussi e a periodi di apertura ci sono i relativi periodi di contrazione, ora stiamo proprio rattrappiti come un pene nell'acqua ghiaccia (scusa il brivido..) ma bisogna guardare avanti al prossimo periodo di apertura, la storia ci insegna... se nel grande ci sono poche cose di cui gioire, attorno a te, nel piccolo se ne trovano a bizeffe!
acess