29.4.11

Stempiature regali

Se proprio dobbiamo sorbirci il matrimonio dei reali d'Inghilterra in tutte le salse - come se non bastassero già palliativi, oculate operazioni di distrazione, specchietti per le allodole su cui preferisco sorvolare -, almeno un motivo di godimento, personalmente, lo trovo: il regale ventinovenne neo-sposo in Westminster (e sottolineo regale e ventinovenne - e anche Westminster, volendo) è tremendamente stempiato, da un paio di annetti a questa parte. La calvizie non perdona e non fa sconti. No no no.

20.4.11

Non devi più fumare nella stanza in cui dormi.
Non devo più fumare nella stanza in cui dormo.
Lo so.
Ma giuro che questa è l'ultima.
E poi, cosa sarà mai il fumo di una sigaretta - una sola, l'ultima, l'unica di stanotte?
Meglio il fumo di sigaretta che il fumo della mia testa.
E poi, tutte le imposte sono aperte, malgrado le bizze di questa primavera che non vuol saperne di stabilizzarsi.
E poi...

Domani dovrò svegliarmi presto, prendere il treno relativamente presto, tenere il cervello attivo e pronto, agile.
Ma ultimamente il suddetto sembra avere un fuso orario tutto suo: insonnia mode on.
Leggere, ho letto. Non pensavo che quel manicheo di Tolstoj potesse prendermi tanto (anche se, devo ammetterlo, lady Karenina è da mo' che mi strizza i suoi occhietti neri). E, detto onestamente, invidio coloro ai quali la lettura serale - così dicono - concilia il sonno. Li invidio tanto da non capirli. O non li capisco tanto da invidiarli. Un mondo a sé, praticamente.
Il cellulare è oramai un tutt'uno con il carica-batteria e la presa alla parete: almeno proviamo con la musica a conciliare 'sto sonno. E invece Antony, Franco, Giuni e compagnia devono arrendersi di fronte all'evidenza: niente da fare, comincio a cantare appresso a loro (con conseguente, immediato accompagnamento di graffi alla porta chiusa da parte di Édith e Giuni - no, non i fantasmi delle rispettive cantanti). E non mi sembra il caso (specie se le succitate hanno appena finito di rincorrersi - per la cronaca, Fiona May e Sara Simeoni fanno loro una vibrissa, sia chiaro).
O, forse, non ho bisogno di conciliare il mio sonno. Forse il mio sonno sta bene così, e sono io a volergli imporre le mie condizioni e le mie aspettative. Forse dovrei rivedere un po' di cose.
Sonno, ti porgo le mie scuse. Intanto.