20.9.10

Oscuri mali

Alle volte, alle due di notte, ti capita di pensare e di chiederti: "E se la finissi qui?"
Quello che senti è una pienezza, una pienezza di vuoto.
Poi, magari, non lo farai mai, non compirai mai il gesto che mette fine a tutto.
Però quel peso continui a sentirlo. Continui ad avvertire la confusione di vuoto che ti riempie le viscere.
Di lacrime, neanche a parlarne. Eccome se ci vorrebbero.
La gente la chiama 'depressione', 'ansia', 'tristezza', 'male oscuro'...Alla gente piace dare nomi. C'è una malattia ben più grave di quella che la gente chiama 'malattia', ma è come dispensata, esonerata dall'obbligo di possedere un nome, di essere definita: la malattia della categorizzazione, la sindrome da categorie.
Che sia questa l'origine di molti malesseri?
Che il 'male' voglia rimanere 'oscuro' perché non vuole nessun nome, nessuna categoria imposta?
E ci si illude che alcuni si deprimono, altri, graziadio, ne scampano.
No, non voglio fare di tutta l'erba un fascio o mal comune mezzo gaudio, o altri detti del genere...
Semplicemente mi domando se la gente ci è o ci fa.

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