29.11.10

Sensi vietati

Capita che vuoi farti un giro a piedi, nella cittadina in cui abiti - più o meno - sin da bambino.
Prendi le solite strade (ma anche quelle più insolite), che oramai conosci perfettamente. Incontri, più o meno, le stesse facce di sempre, forse un po' cambiate, ogni tanto tremendamente uguali a se stesse, da secoli.
Getti lo sguardo su vetrine che tardano a rinnovarsi, insegne che si ostinano a restare lì, appese, anche se mezzo bruciate; e su locali, negozi che ti sbattono in faccia, così villanamente e con nessun garbo, il loro aspetto da poco rinnovato. Cammini su pavé e selciati che stanno lì da almeno un cinquantennio prima che nascessi tu e che ti ricordano il tuo tragitto quotidiano dei tempi della scuola, le prime passeggiate con gli amichetti...
Poi capita che imbocchi una strada che avrai percorso in auto circa un miliardo di volte, sempre seguendo il senso di marcia obbligatorio; e ora, invece, tu la imbocchi e la percorri - a piedi - nel senso opposto, quello vietato.
Capita che rivolgi - così, in modo del tutto casuale e assente - lo sguardo a sinistra e capita che assisti ad uno spettacolo che non avevi mai visto fino ad ora. Non dalla prospettiva normale. Non dal senso obbligatorio.



4 commenti:

Melinda ha detto...

Un po' come salire sulla sedia e vedere la vita da una diversa prospettiva. Grazie quindi ai cartelli stradali!
Ma soprattutto a chi sa guardarsi intorno, a chi sa levare gli occhi dal solito verso l'insolito.

UnoQualunque ha detto...

Sì, dal solito verso l'insolito...
Per arrivare a farlo, però, c'è un tantino di sofferenza e di amarezza di mezzo, giusto un po'... :)

ignominia ha detto...

si però mi lascia con la salivazione preprandiale e una tavola imbandita con solo grissini. che succede dopo che volgi lo sguardo al contrario? Cosa vedi?
antsedn

UnoQualunque ha detto...

Prossimamente, magari, le foto :)