8.6.11



Io non so, non l'ho ancora capito, se la riconciliazione consiste in questo e non so quanto ancora perderò di me stesso.
E non so se gli altri saranno disposti ancora a perdere per strada pezzi di sé, poco alla volta.
Mettersi in discussione, inevitabilmente, mette in discussione.

Non so se questo abbia contribuito a rivangare quelle parti di me che talvolta mi sembrano tante pozze di acqua stagnante. E se sia stata proprio la riconciliazione a ridestare le scosse dall'abisso. (O i troppi caffè?)

Non lo so se, invece, il sisma è stato scatenato dai racconti di violenza che ho dovuto ascoltare e lenire di consolazioni e sostegno in questi ultimi due giorni.

Non so se serva chiedersi come mai e perché; non credo.

So soltanto che riflettere può opacizzare.
Che i tentativi di guardare-attraverso talora distorcono e tradiscono.
Che ogni cosa - o quasi - lascia impresso il proprio segno.
E che, ogni tanto, scoprirsi gli occhi e lo sguardo rende l'effettiva realtà di luce e colori, attenuando un po' il buio e le ombre.

13 commenti:

ignominia ha detto...

bella foto. Però sei molto fluente tu in Serbo-Croato, o sbaglio èd è Austro-ungarico antico? No perchè non è la prima volta che leggo tutto ma non capisco un 'nagot!
Hai la capacità fantastica di essere opaco come un vetro fumè. Di quelli che si usano per vedere le eclissi di sole sai? Va bene così perchè alla fine uno il blog lo tiene come gli pare, e a me pare che tu lo tenga per te, e va benissimo, solo volevo dirtelo, ecco, sei bravo nelle lingue antiche...e parlate da pochi :-)
foupgres (questa è la mia lingua preferita, la verificaparola....moderna però)

UnoQualunque ha detto...

:-O
o, meglio: so di essere criptico troppe volte. Però penso sia in parte una scelta consapevole, in parte una cosa istintiva, inconscia (mi inibisce il fatto che chiunque potrebbe arrivare qui?); in buonissima parte, invece, il motivo è che, in effetti, non mi credo né adatto né bravo a scrivere su un blog (per come si intendono oggi i blog; qualche tempo fa, ricordo, i blog 'intimistici' erano anche più numerosi).
Quando scrivo in questo modo, però, lo faccio sempre per come mi viene, senza impegnarmi apposta a rendere il tutto criptico e questo (scrivere di getto) mi fa stare subito meglio. In generale riassumo i fatti salienti delle mie giornate, così come li ho in mente e nelle sensazioni che mi rimangono. Stasera, per esempio, ho voluto riassumere quello che è significato per me un pomeriggio con amici e 'parafrasare' quello che la foto ha catturato (che credo dica molto del mio pomeriggio).
Chiedo realmente perdono se non permetto, magari, di accedere pienamente al senso. Ma forse ciò che scrivo un senso non ce l'ha. O forse sì, e magari me lo voglio ricostruire per immagini e sensazioni scritte e a voi lo voglio porgere così come viene, senza filtro. E mi piace prendere tutto quello che da voi mi potrebbe arrivare. Un po', chissà, come un gioco: cosa arriva a chi legge? Prova le stesse cose? Si riconosce in qualche frase, parola?

Melinda ha detto...

E' vero, riflettere non è guardare. Riflettere è elaborare dopo aver guardato (nel migliore dei casi), altrimenti si tratta di fantasia.
E quanto al rimettersi in gioco... sfido chiunque a non farlo. Come ad un cagnolino scodinzolante, o al mio gatto davanti al prosciutto cotto, ogniqualvolta mi è stato porto un osso di amicizia e/o amore, non ho saputo ringhiare e respingere. Tranne una volta ma se non l'avessi fatto mi avrebbero portato incamiciato alla neuro-deliri ed io stesso avrei gettato la chiave.
La condizione di essere comunitario ci impone questo tra prove, riprove, ferite e bendaggi.
Un po', come si diceva qualche tempo fa, come quando ci vengono dette le due formidabili parole e tutto cambia e le difese crollano.

Melinda ha detto...

PS: bella tinteggiatura della pagina!

ignominia ha detto...

quoi? che tinteggiatura, sono diventata daltonica? Boh.
Non ti devi scusare Onewhatwhat (qua letto come quoi ovviamente e tradotto in Inglese!) scrivi come scrivi solo permettimi di dirti che a volte non capisco il nesso, che potrebbe essere qualsiasi cosa... ti ribattezzerei 1qualsiasi dunque...
No per esempio due post prima, poteva riferisi ad una situazione politica (corrente al tempo) ad un amico o amante, ad un oggetto. Salvo lettura più attenta ad esclusione che ci portava a capire che non era una borsa l'oggetto delle tue riflessioni.. è un po' come leggere i libri gialli, bisogna inventarsi un colpevole e poi essere pronti a modificare le prime impressioni...in ogni caos i blog confessionali non piacciono neanche a me..
bella la casa con le finestre nella foto, la tua? tanta luce e aria, se fose la mia non uscirei mai di casa...

ecunne

UnoQualunque ha detto...

Tinteggiatura nel senso di ritocchi alla grafica, non intendevi questo Mel? Oppure ho combinato qualche danno e io vedo alcuni colori e voi ne vedete altri? :)
Almeno questo non dovrebbe essere passibile di molteplici letture... :D
Due post fa mi riferivo alla situazione politica, ma volevo essere anche un tantino ambiguo forse.

Quale casa dici nella foto, Gno?

ignominia ha detto...

ok ora mi sento davvero una incompetente, neanche la mia lingua conosco... non ho mai sentito parlare di tinteggiatura per la grafica - e ci ho lavorato - a meno fosse riferito ad un aspetto specifico di un colore usato... non è che è un termine che si usa in teatro? insomma ovgliamo parlare ocme mangiamo? (disse quella che usa inglesismi il 90% delle volte... ;-P) Si avevo capito parlassi di politica e c isei riuscito ad essere ambiguo... per la foto mi riferisco a quella dietor i bicchieri qui sopra, due belle finestrone che fanno invida e dietro mi pare un giardino, terrazzo o altro ambiente all'aperto (fico come ci siano 3 persone nell'immagine che appunto ci sono e non ci sono!
matiblin

UnoQualunque ha detto...

:D
riguardo alla tinteggiatura aspettiamo il responso Melinditico allora...

no, quella non è una casa: è un negozio di abbigliamento, credo :)

Melinda ha detto...

Responso melinditico:
tinteggiatura: intendevo la rinnovata veste della pagina blog. Più leggera, artistica, meno cupa e intimistica.
W la France! (o l'artista era belga?)
nabbawl

UnoQualunque ha detto...

(belga, così dice wikipedia :D)

ignominia ha detto...

aspetta mi fa fatica andare a cercarlo, chi era, il negatore di pipe, lo confondo con quello che chiamava arte i cessi... ! tutti brillanti in ogni caso, belga o francesi che fossero... Cocteau?
Douseli

UnoQualunque ha detto...

Il negatore di pipe è Magritte...

ignominia ha detto...

ah, che scema pensavo a Duchamp bello poi che la pipa è pure Magrittiana in stile, è la scritta che mi ha confuso... Avevo anche pensato a Henry Rousseau per lo stile piatto ma Magritte non mi è proprio venuto in mente...che defaillance!
munthro