3.6.11

L'ho nascosto a me stesso per troppo tempo.
Ho esultato nella più assoluta segretezza, ho trepidato davanti alle prime proiezioni, ma senza darlo a vedere; facendo in modo che emergesse anche stavolta la mia diffidenza, il mio malizioso distacco, i "tanto è sempre tutto uguale e sono sempre tutti uguali...".
Ho detestato la fin troppo scontata euforia dei fedelissimi e sospettato una loro candida e smaccata faciloneria o - che potrebbe essere lo stesso - una cieca e studiata faziosità.
Reprimendo la mia personale e innata (ma anche motivata) simpatia e stima per l'uomo che è, in sé.
Ho ghignato, stizzito, davanti ai grilli sparlanti e subdolamente ambiziosi che gli davano addosso, che davano addosso anche a lui. Solita solfa.
Non è tutto oro quello che luccica, certo. E il cavallo buono si vede a lunga corsa, ci mancherebbe.
Però, intanto, mi godo il signorile e professionale garbo dell'uomo; mi godo le sue uscite posate e sferzanti, anche e soprattutto nei confronti dei propri capoccia che gridano le vittorie altrui ad un microfono. 
Consapevole anche del fatto che non abito a Milano e che Milano non è il mondo. Né il migliore dei mondi possibili.




Ok, sarò ancora più sincero: è stata la scelta dell'arancione ad avermi definitivamente, totalmente conquistato.



2 commenti:

Melinda ha detto...

Concordo su un punto: l'arancione, un colore che mi rappresenta per le tonalità calde ed insieme elettriche.
O almeno credo.
O almeno è il mio colore preferito.
O altro, non so.
Non so chi sia colui di cui parli, posso immaginare ma non ne ho la certezza.
Ma il dubbio non deve essere per forza spiegato. Va bene che rimanga tale. L'importante è il colore.

UnoQualunque ha detto...

(orange is the) only color :)
buon weekend