17.7.11

The Tree of Laughs

(foto da: mymovies.it)


Finalmente. Finalmente l'ho visto. The Tree of Life.
E il 'finalmente' non significa entusiastica interiezione; leggasi, piuttosto: ce lo siamo tolti dalle balle.
La tanto osannata neo-creatura di Terrence Malick, la pellicola dalla portata colossale, il film che sta tra epica e mito, il filmone ecumenico, impegnato su tutti i fronti, che spazia dal Genesi a Darwin, da Freud a Smetana...ma per carità.
Certo, allettante l'idea di accostare, incastrando e inserendo un microcosmo (le vicende della famiglia texana) nell'unico vero, grande cosmo, gli innumeri e infiniti spazi dell'Universo. Appunto, un'idea.

Personalmente mi sono poi ritrovato a ridere, e non tanto per dire. Insofferenza? Nervosismo?

Ok, la vita è una: nasce il piccolo Jack, come nascono e sono nati non soltanto ogni altro uomo della Terra, bensì la Terra stessa e ogni forma di essere che venga alla vita, finanche il microrganismo.
Ma dopo i primi tre quarti d'ora, la mia prima risata: assurdo, tutto così assurdo, pesante, lezioso.
Non escludo una mia insensibilità, una superficialità o, meglio, stupidità di fondo: no no. Magari non sono arrivato, non arrivo a cogliere e contemplare gli spettacolari nessi tra il concepimento e la nascita di Jack e i dinosauri che bevono al giurassico ruscelletto, o il misterioso legame che unisce la crescita dei tre fratellini alle meduse che volteggiano nei limpidi oceani.
Sicuramente con le mie risate mi sono perso la poesia delle musiche classicheggianti sulle immagini di un silenzioso e angosciato Sean Penn (Jack da adulto) che vaga tra grattacieli e deserti.

Ma che dire delle frasi sussurrate dall'alto? Lanciate con la leggerezza e la delicatezza dei dinosauri di cui sopra: la Natura o la Grazia, tanto per cominciare. Tutto si muove e si svolge tra queste due colonne. Ah, davvero?
Un padre autoritario che impone ai figli di chiamarlo 'signore' è un impulso naturale?
E invece la Grazia, cosa sarebbe? Una madre che assiste alla violenza del marito senza proferire verbo o, se si preferisce, battere ciglio?

Le voci dall'alto intanto continuano a scandire il tempo e le immagini del film e a un certo punto desisti dal tentativo di contestualizzare, di armonizzare suoni, senso e scene. Il succo è chiaro: un dio che non si vede, che non si capisce, che non si conosce. Ma che, nondimeno, si continua a pregare e invocare. Ah, giusto: è questa la Grazia.

Poi, d'improvviso, uno dei figli muore all'età di diciannove anni: suicidio? Malattia? Sarò tardo io, ripeto, ma non si capisce – o forse non lo si vuole far capire: né, d'altra parte, mi divora la curiosità di andare a rivedere.
Intanto Jack odia suo padre, con buona pace dell'Universo che, infatti, non viene più scomodato.
Potrebbe essere la parte più entusiasmante, mi dico: e in effetti per un po' le dinamiche di un ragazzino che intraprende un percorso di auto-liberazione dalla figura paterna e dal mondo finora conosciuto mi incollano quasi allo schermo.
Il mio entusiasmo dura il tempo di un'altra frase del grillo parlante, lì, sullo sfondo: l'odio di Jack si perde per strada, tant'è che, personalmente, non ricordo nemmeno perché né per come.

Sta di fatto che ci si ritrova tutti in una sorta di paradiso, cioè tutti al mare (l'inferno è, invece, un arido e roccioso deserto: ma va?): e lì, quante pacche sulle spalle e che sorrisi! 'Che si dice, vecchio mio?', 'Tutto bene, grazie, mi ritrovavo a passare di qui, tra un pisolino e l'altro e vengo a perdonarti'. Naturalmente c'è anche il fratello pseudo-suicida, c'è la mamma e tanta brava gente.
E, manco a dirlo, la famiglia O'Brien è cattolica. Ma questi sono dettagli, in confronto all'Universo.

Io mi tengo le mie risate, i miei sbuffi e i miei sospiri.
E che il Cosmo, la Natura e la Grazia non me ne vogliano.
Amen.




7 commenti:

Melinda ha detto...

Non ho visto il film xké pare sia stato uno dei pochi che non lo aspettava. Opinione rafforzata dall'episodio descritto dai giornali (ma sarà poi vero?), che ha visto protagonista una serie di proiezioni dello stesso in cui c'è stata una inversione dell'ordine di proiezione delle pizze. Tipo secondo tempo passato prima del primo. E nessuno se n'è accorto per tutto quel tempo...
Non so se sbaglio e mOlti diranno di sì ma non mi attirava e non mi attira tutt'ora.

UnoQualunque ha detto...

Avevo dimenticato di quell'episodio! Be', sì: è possibilissimo che sia accaduto e che non ci si accorga di una possibile inversione. Anzi, forse così il film guadagnerebbe pure più senso. Ferma restando l'odiosa, per me repellente aura moraleggiante e fideistica. Per questo, personalmente dico che non ti sbagli affatto e che non ti perdi granché...o forse sì, non lo so.

ignominia ha detto...

Al tempo The Thin Red Line mi era piaciuto molto perchè al confronto di Salvate il soldato Ryan uscito allo stesso tempo, mi era parso meno macho e più riflessivo, più poetico e "poignant" (commovente dice il dizionario ma è troppo melensa come parola. Però ricordandolo e facendo un parallelo con la descrizione che ha dato 1qq posso concordare che il regista abbia tendenze allo sdolcinato: dovrò vedere il film in oggetto per giudicare.
Riguardo allo scambio di pizze, mia madre ritarda a capire quando i film in TV vengono interrotti dalla pubblicità, il quale contenuto non fa parte del film. Con questa ottica va benissimo che anche gli spettatori del suddetto film proiettato all'inverso abbiano avuto incertezza a capirlo. D'altra parte i cinefili sanno che la sperimentazione odierna da luogo a ben altro, vedi il geniale "Memento" di Christopher Nolan girato e montato con la fine del film all'inizio e la risalita temporale fino al motivo del tutto... Mi fa pensare che gli spettatori fossero flessibili ad accettare una visione un po' eclettica e creativa del film di Malik...

Però è vero che se film non riesce a farci cadere nella sua magia, se manca la sospensione della incredibilità un film non ha speranze di uscirne bene dalla visione!
calis

ale ha detto...

Senza dedicare tutte queste righe all'irrisione della Palma d'Oro di quest'anno (mah..!), ho scritto su FB, molto semplicemente: "The tree of life è una cagata pazzesca!". Ho avuto i miei 92 minuti di applausi :)

In quei 20 minuti circa di immagini di pianeti, dinosauri e natura, ho cominciato a ridere immaginando che da un momento all'altro sbucasse dallo schermo Alberto Angela :-P

Che Malick non me ne voglia! Amen

UnoQualunque ha detto...

Ale, spesso la concisione dice più di tante parole :D ma io, in qualche modo, dovevo sfogare la mia insofferenza per quel film...
Ecco cosa il mio sub-conscio si rappresentava: Alberto Angela! Come ho fatto a non pensarci prima!?
p.s.: benvenuto, ufficialmente :)

Igno, io non ho mai voluto guardare 'La sottile linea rossa', per cui ho voluto dare una chance a Malik proprio con questo, forse sbagliando, non lo so.
Invece Memento...che gran film!

ignominia ha detto...

Senti, Malik non può essere tanto peggio di Spielberg, onestamente, che in quanto a sentimentalismo aiutami a quantificarlo.. ma ne ha fatto un trademark e un impero. Forse Malik ha peccato di grandiosità ho forse ha cercato di dire troppe cose e troppo complesse, succede... ma devo vederlo prima di giudicare. Sono contenta che hai visto Memento, un film che a me è piaciuto che cerca di dire tante cose in un blizzard di immagini come Malik's è Boyle's Millions l'hai visto?
uncmour

Anonimo ha detto...

... una cagata pazzesca...