19.12.10

Piccoli presepi crescono

Ma dico io.
Uno non può neanche più allontanarsi un attimo da casa, ché rischia quasi di essere sfrattato, al ritorno.
Dico: ok, ho vita semi-autonoma, non condivido più le stesse stanze h24 con famiglia ecc. Ma questo è troppo, e quella è sempre casa mia, se permettete. Fino a quando non avrò tolto piede da quelle stanze, foss'anche per quell'unica ora al giorno, quella è e resta casa mia.

Ok, mamma, ti concedo il presepe tradizionale (ma quest'anno te lo costruisci tu, io non ne ho alcuna intenzione, e sai pure perché), ti concedo l'albero con le meravigliose lucine che fanno atmosfera (tanto nel mio regno, giù, non c'è né ci sarà niente di tutto ciò). Ma non esageriamo, adesso.
Cosa ci fa quest'altro presepe che mai avevo visto in vita mia in questo posto che, peraltro, mai è stato riservato né da te concepito per un presepe? No, non era conservato, non è vero: è nuovo, non c'è mai stato.
Cosa ci fa quest'altra sacrafamiglia appollaiata su quel mobile che è sempre stato completamente vuoto?
Che?
Aumento improvviso della demografia betlemita? Emigrazione di massa? Adozione pluri-familiare? Tentativo di compensare la faticosa e vana ricerca di un ostello per la partoriente&compagno di due millenni fa?

Mamma, scegli: o loro o me.

3 commenti:

Melinda ha detto...

Capisco, credo la sensazione dell'invasione. Io me ne andai alla bella età di 29 anni e quando tornai trovai che il mio posto era stato perso da un gatto... Che per di più mi marcava tutte le camicie bianche del lavoro non appena ne trovava una in giro.
Dissi che alla fine andava bene così: del resto non avevo fatto le valigie verso la mia vita nuova? loro avevano tutto il diritto di occupare quegli spazi.
Però mi giravano abbondantemente le scatole.

ignominia ha detto...

Eh certo che ti giravano le scatole, uno si sente sfrattato, non voluto, solo e abbandonato. Ma immaginiamoci come si sentono loro quando andiamo via noi, quando li lasciamo per una vita tutta nostra (leggi migliore), "senza di loro" (leggi finalmente), come abbiamo minacciato con tono seccato da che eravamo adolescenti. Lasciando le razionalizzazioni da entrambi i lati, entrambi, genitori e figli provano dolore al trauma, ma poi passa...e ci si consola con i Presepi, gli animali domestici, gli attrezzi per hobbies.
Ma 1qq si lamenta del Presepe e cosa devo dire io in merito al fatto che i miei ora hanno adottato un prete Congolese? Da che il vecchio parroco si è ritirato e ci hanno mandato Don B. ecco che è diventato un centrotavola per tutte le funzioni familiari. Era presente il Natale scorso dova ha prontamente cercato di convertirmi con quell'arroganza mista ad entusiasmo tipica dei pretini giovani, specie quelli colti. Era divantato un monologo che era anche imbarazzante perchè uno dovrebbe notare in un contesto sociale che stanno tutti zitti...
AL comple di mia madre wualche giorno fa arieccolo, invitato da mia zia che ci ospitava, vabbè era il compleanno suo il giorno prima ma questo vuol dire che ogni comple di mamma dovremo condividerlo con lui? E poi mamma entrando in macchina fa: Devo ricordarmi di invitarlo per Natale... al che sono sbottata in modo poco caritatevole, e sentendomi in colpa ho menzionato mia sorella (altrettanto scettica) che forse preferisce anche lei se stiamo solo noi... Ovvio che dopo mi sono pentita della reazione ma che palle! Se solo lui capisse che è l'uomo che invitiamo e non il prete...
Quindi meglio i pastori e i re magi, se non altro stanno zitti.
yally

UnoQualunque ha detto...

Ma poi come se avessero bisogno di essere sfamati, 'sti qui, oh...
(ps: oltre ai presepi, evidentemente per par condicio, aumenta anche il numero degli alberelli, di tutte le forme e fantasie...che vita misera, la mia)