10.1.11

Castelli spezzati

Forse ci sono.
Forse l'ho procurato troppo presto - all'inizio della scorsa estate, mi sembra di ricordare (e che io sia maledetto, dal momento in cui ho smesso di registrare le date di acquisto sul foglio di guardia) - o, più probabilmente, l'ho scelto e tirato giù in maniera sconsiderata o un po' troppo alla leggera.
Però i suoi racconti e i romanzi che avevo letto fino ad allora mi erano entrati dentro, in quel solito modo, oscuro e osmotico, in cui mi pervadono e mi invadono le opere che - in mancanza di definizioni e formule pronte e azzeccate dirò, come minimo: - hanno una simile portata esistenziale.
Stavolta l'ho tirato giù dalla mia, di libreria; era lì che l'avevo collocato, dopo averlo lasciato per tanto, tantissimo tempo sul mio comodino. E dopo averci giocato e scherzato più e più volte, prendendolo, aprendolo, pizzicandolo, profanandolo, chiudendolo; forse ingannandolo, magari ingannandomi (perché sono sicuro che lui non si lascia ingannare, non lui, nella fattispecie).

E, sottolineo forse, ci sono.
O almeno sembra che io, finalmente, abbia rotto ancora una volta il velo, di nuovo abbia perforato la placenta e mi sia immerso, in un processo inverso, in quella vertigine tipica, che è la lettura di questo autore (o qualsiasi cosa sia). Almeno per me. Laddove non (mi) è essenziale comprendere ciò che, del resto, non chiede di essere compreso. Laddove importa, basta seguire, foss'anche un filo che si spezza senza sosta e senza rimedio...
Laddove ciò che si segue, che si insegue, che si spezza e si riannoda, che si infrange e si sfrangia è la vita.
Speriamo.

9 commenti:

ignominia ha detto...

bravo, bel post e bel modo di leggere. A me Kafka non fa quell'effetto o forse non glie lo permetto, mi mette a disagio e ho troppa paura di essere sull'orlo dell'abisso per abbassare la guardia. D'altra parte essendomi ripresa con le unghie su quel bordo franante in età troppo giovane per non lasciare un crepa profonda che è sempre pronta ad aprirsi e spaccarmi in due, non mi posso permettere neanche uno scivolino... -quindi non posso abbandonarmi a Kafka ma ti invidio e lo vivo virtualmente tramite te, ok?

PS il terremoto che mi ha disassata è stato la Nausea di Sartre
tooneri

UnoQualunque ha detto...

sì, certo che è ok, per me nessun problema!
ti dirò anche che, quando mi sono approcciato a Sartre (sempre sugli scaffali della feltrinelli, intendo), proprio con La Nausea e L'età della ragione - quasi un anno esatto fa - era per me uno dei periodi peggiori; e provai due forze opposte: intensa curiosità e pesante repulsione, per la percezione di avere tra le mani qualcosa di determinante, in qualche modo. Allora, anche su consiglio di un conoscente, rinunciai: optai per un più 'poetico' "Il libro dell'inquietudine di Bernardo Soares", Pessoa...(ancora non terminato). E, sì, non credere che sia esente del tutto, neppure da Kafka. Anzi, credo che il mio umore di oggi, ad esempio, ne sia stato in qualche modo intaccato...

Melinda ha detto...

Mentre Sartre si è fatto con me un'unica toccata e fuga, lasciandomi pienamente insoddisfatto, Kafka rimane uno degli autori che mi ha dato molto.
A tempi alterni. Con diverse edizioni e traduzioni. Con diverse angosce e sghignazzate crudeli. Ora però non lo riprenderei in mano. Ho bisogno di più aria. Ho bisogno di capire sperimentando, cosa mi procuri la letteratura straniera in lingua. E' un misto che difficilmente riesco ad interpretare. Un vortice diverso.
Buona lettura. Io resto sul MOLTO più facile.

UnoQualunque ha detto...

Grazie.
Ma mi sento già di anticipare che neppure io toccherò presto un altro lavoro di Kafka, dopo questo...troppi mal di pancia, giramenti di testa ecc. Ed è l'unico che finora abbia somatizzato a tal punto.
Bello il tuo obiettivo della letteratura straniera in lingua; è anche tra i miei progetti, ma con Virginia in particolare. Vedremo quando...buone letture a te!

ignominia ha detto...

Virginia è tosta, ma vale la pena. Meli progetti di leggere in Francese o Inglese? Se il secondo vieni a prendere pure quanti libri vuoi, ti mando lista della biblioteca che abbiamo co-ereditato...:-)
fingeo

Melinda ha detto...

Per ora mi diletto con il caro vecchio francese, poi vediamo. Tra l'altro ho ricevuto un altro tomo in lingua per il santo Natale e per ora sto oltralpe. La perfida albione arriverà dopo.
Tra l'altro continua l'effetto di induzione di sogni molto potente di cui avevo raccontato a Igno. E visto che durante la veglia sto incontrando persone orribili che mi fanno sentire una merda, e pare che godano a mettere il coltello nella piaga, meglio continuare a godere tra le braccia di Morfeo. Ora, non so se addebitare tutto questo a Fred Vargas e ai suoi gialli parigini, e mi pare troppo attribuirle un potere taumaturgico, ma forse quella lingua riesce a mettermi in contatto con una parte del cervello sopita ed estranea durante la veglia. Così si stanno sbloccando un po' di cose, non sempre piacevoli. Ma non me la sento di mollare. Ho sempre preferito vedere...
Oppure si tratta solo di coincidenze?
Ma a voi non fa mai quest'effetto?

UnoQualunque ha detto...

Mmm...Mel, non credo di aver capito...
ad ogni modo, invidio già da qui la vostra relazione libraria... :)

ignominia ha detto...

si Meli mon sei chiaro, l'effetto a cui ti riferisci è quello dato dal leggere in Francese (sogni) o al bisogno di continuare e vedere anche se disturbati?
1qq invidi la relazione (che a questo punto hai anche tu perchè di libri stiamo parlando)oppure la possibilità di prendere in prestito i nostri libri? Capisco l'invidia ma con tutta l'abbondanza che c'è da queste parti, non è che leggo tanto di più! La troppa abbondanza inibisce più che altro...
CRAMPO!

Melinda ha detto...

Igno: chiarisco con ritardo.
Sì ad entrambi i punti. Vedere è meglio che non sapere. In questi casi. Visto che si tratta di me.
Posso aggiungere che l'effetto sogno strano, vivo, reale, ricordato la mattina, continua tutt'ora.
Mi sa che dovrò centellinare le pagine.